Davide Pagnini

Il 2022 ci regala il nuovo album di Davide Pagnini, uscito per PMS Studio. L’artista ci ha ormai abituato a lavori di pregevole fattura e senza limiti artistici, in questo album infatti, si compie un ulteriore passo verso la creazione dello stile senza limiti del cantautore. Un disco in cui Davide, si mette a nudo e ci porta con se nel suo viaggio di introspezione artistica e non solo, una serie di canzoni accomunate dall’assenza di limiti di genere dove il cantautore scava a fondo e cerca risposte. 

Il tutto inizia con le ritmiche potenti e la melodia orecchiabile di “Comandamenti” dove si capiscono subito le tematiche di riflessione del disco. Si prosegue con “Essere liberi”, sempre su ritmi movimentati, un pezzo molto catchy dove le chitarre acustiche e le percussioni la fanno da padrone. Arriviamo alla ballad con “Lo spazio invisibile” dove viene trattato il tema dell’amore con una canzone dolcissima, arpeggi, archi ed un interpretazione molto sentita. Dopo un momento estremamente emozionante veniamo travolti dai ritmi tribali e i cori di “Lorella” canzone impegnata che parla di una ragazza volontaria in un orfanotrofio africano. “Uno più uno uguale infinito” è un pezzo con un ritornello che entra subito in testa ma che presenta un testo molto molto profondo e non scontato, fatto di incastri e metriche non così usuali, un brano davvero interessante su tutti i punti di vista. Con il nostro ascolto arriviamo adesso a “Un passo”, brano epico che trasuda coraggio e avventura durante la sua crescita musicale, molto incalzante e travolgente, canzone perfetta a questo punto dell’album. “Come un quadro di Monet” è forse il pezzo più pop del disco, con un ritornello molto orecchiabile e melodie accattivanti che si contrappongono all’argomento che tratta di una storia d’amore piena di dubbi. Con “Dentro un deja vu” ritroviamo Davide Pagnini che si esalta grazie ad un arrangiamento minimale ed un’ interpretazione sentita, sofferta e magistrale in cui il nostro affronta il tema della libertà sociale. Volgiamo quasi al termine dell’album con “Santiago si avvicina”, brano che abbiamo già ascoltato e apprezzato come singolo, con le sue ritmiche a tratti tribali e le chitarre acustiche, trova la sua perfetta collocazione in questo lavoro molto vario ma allo stesso tempo coerente. La conclusione da standing ovation arriva con la title track “Rivoluzione Artistica”, anche questo precedentemente uscito come singolo. Pianoforte, archi, parole profonde e un Davide Pagnini sugli scudi chiudono un disco che è destinato a lasciarci qualcosa, degli spunti, delle riflessioni, un sorriso amaro ma anche una grande gioia, si… la gioia di ascoltare ancora della buona musica, fatta col cuore e senza limiti artistici.

Thomas Libero