“Niente arriva fino in fondo tutto mi rimbalza dentro”: perché ogni cosa, ogni esperienza che viviamo, spesso non va vissuta fino in fondo: parte di essa, si deposita nella nostra mente, trovando sede nei nostri pensieri, i più delle volte prendendo la forma della preoccupazione. Una forma frastagliata, la quale non trovando più il suo posto fuori di noi, da dove è arrivata, diventa parte di noi. “Quello che mi uccide sono le ferite di tutte le battaglie che ho evitato…”
Ecco allora come questi frammenti di attimi mancati, di occasioni perse, o che noi riteniamo tali, si sedimentano in noi, assumono le sembianze di un qualcosa che, proprio perché a noi sconosciuto o incomprensibile, ci fa paura: “ I mostri sai non abitano sotto il letto, i mostri te li porti dentro…te li cresci dentro…” per quante volte da piccoli, la paura di un essere mostruoso, appostato sotto il nostro letto, ci impediva di dormire sonni tranquilli? Tuttavia, il nostro diventare adulti non li ha fatti scomparire. Le nostre paure, la nostra inquietudine, i nostri rimorsi, sebbene senza artigli, senza denti aguzzi, mordono la nostra anima e la divorano, più di quei mostri che spaventano i bambini. Quel male di vivere che subentra il più delle volte di notte, perché quando fuori cala l’oscurità risulterebbe più facile vedere una piccola luce dentro di noi, ma le tenebre invadono anche questa, tenebre che sono intraviste nell’armonico andamento di questo pezzo, che arriva, nel mezzo della notte, per cullare quest’anima a terra, cercando di risollevarla dal peso di qui è preda, e da quei mostri che non le danno pace.
Sonia Bellin